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Le insidie dietro l'acquisto del seme on line

05/06/2006

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

L’entusiasmo per l’acquisto del seme on line, di cui si è parlato lunedì scorso, come tutti gli innamoramenti (anche virtuali) e gli stati nascenti, può nascondere diverse insidie su cui è bene riflettere, prima. Innanzitutto, sul fronte etico-ideale sul quale è evidente il contrapporsi di due posizioni estreme, con varie scale intermedie.
L’una vede una inscindibilità assoluta tra fecondazione e rapporto sessuale. In questa prospettiva l’atto naturale è espressione dell’amore e dell’erotismo, fusi insieme, in una coppia eterosessuale.
L’altra, sostanzialmente contrapposta alla prima, tende invece a riconoscere validità etica alla fecondazione comunque ottenuta, quando nasca da una motivazione d’amore, nel senso di desiderare un bambino per amarlo, educarlo e vederlo crescere al meglio. L’assunzione di responsabilità nell’essere un genitore di qualità, indipendentemente dal modo con cui si effettui la fecondazione, e dall’essere single o in coppia, omo o eterosessuale, sarebbe l’elemento critico che fa la differenza.
In questo senso le due posizioni, quella conservatrice tradizionale e quella progressista – come tutti gli opposti – hanno una segreta simmetria, tanto è vero che entrambe sono convinte di essere le uniche a difendere realmente la vita e il suo sviluppo.
Nella realtà, le motivazioni ad avere un figlio sono le più varie. Da quelle “oblative”, che nascono dal desiderio di dare amore, a quelle, più o meno consciamente, “strumentali”, spesso coesistenti: in cui si chiede al figlio di darci un senso nella vita, di riempire la nostra solitudine, di farci da antidepressivo, di essere una “assicurazione” per la vecchiaia, di portare avanti i nostri sogni non realizzati. Ma questo è vero sia nella fecondazione naturale, sia in quella artificiale. La nuova possibilità  di avere a casa un “kit” per la fecondazione artificiale, attraverso siti Internet, ha tuttavia alimentato la contrapposizione tra queste due posizioni estreme, la prima vedendo in questa nuova virtualità un’ulteriore “mercificazione” e anarchia della fecondazione, la seconda vedendo invece un ulteriore progresso nello sviluppo della vita e dell’autodeterminazione delle donne.
Di fatto, questa possibilità di acquistare su Internet il seme, fresco o congelato, rappresenta un’evoluzione prevedibile di un meccanismo della fecondazione artificiale, in ritmo con il progredire dell’importanza dei mezzi elettronici e della “rete”.
Al di là delle posizioni ideali, restano comunque importanti alcuni problemi di carattere medico e legale, strettamente connessi ai meccanismi di Internet e del cosiddetto “e-commerce”, il commercio elettronico:
1) l'incertezza sulla qualità del donatore (ad esempio, leggendo le “istruzioni” si raccomanda ai donatori di non assumere alcool e narcotici nelle 72 ore precedenti la donazione). Il che dà adito a seri dubbi sulla selezione dei donatori stessi e quindi sulla qualità del seme;
2) l’incertezza sulla garanzia medica nel controllo del seme, delle tecniche di conservazione  (il tutto viene recapitato a mezzo corriere espresso) e nel controllo della correttezza della procedura;
3) l’estrema difficoltà di rintracciare (e sottoporre a giudizio) i responsabili nel caso di problemi o gravi malfunzionamenti del sistema, con immaginabili conseguenze: dal seme infetto, a tare genetiche del donatore, a problemi conseguenti all’inadeguata conservazione del seme, alla mancanza di controlli medici nella stessa donna ricevente. La quantità di “disclaim”, di dichiarazioni di limitazione di responsabilità, presente su questi siti, fa pensare che i contenziosi ci siano già stati, e che ci sia una blindatura legale nei confronti di eventuali richieste per risarcimento dei danni.
Certo, il problema potrebbe migliorare con un più efficace controllo sui siti Internet, quali creazione di albi ed elenchi con indicazione di nomi, sedi legali, direttori medici, prestazione di idonee garanzie da parte dell’azienda che gestisce l’acquisto, e così via.
Tuttavia, al di là del sogno di onnipotenza femminile di poter far a meno dell’uomo (seme a parte) così ridotto a fuco, la possibilità di acquisto del seme su Internet richiede una profonda riflessione e valutazione anche dei rischi, e non solo delle possibilità e dei sogni. Rischi che possono avere un’onda lunga, su di sé e su un’eventuale figlio, più profonda e inquietante di quanto l’euforia che si coglie sui forum pertinenti faccia pensare.

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