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La rabbia sacra dei cittadini onesti

01/10/2012

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

Chi paga le tasse, oggi, in questo Paese, è furioso all’ennesima potenza: un’indignazione sacra che sta diventando rabbia sacra. Sacra perché nasce da un’esigenza di giustizia non più procrastinabile. «Guàrdati dalla collera del giusto», dice la Bibbia. Attenzione, perché la misura è ormai colma. Chi paga le tasse, ed è sempre più tartassato, oltre ogni decenza, non tollera più di appartenere alla minoranza che le paga. Ed è ormai pronto a passare alle vie di fatto quando vede l’uso che viene fatto del sudatissimo denaro che versa: utilizzato soprattutto per colmare l’avidità mai sazia dei vari politici e amministratori ladri d’Italia.
Ladri di fiducia: «Io ti voto e tu mi tradisci così?». Ladri di presente: «Con un’Italia sull’orlo del baratro, tu pensi alle feste con i porcelli in maschera?». Ladri di futuro: «Parli di investire e l’unica cosa in cui investi è il tuo patrimonio personale a spese mie?». Ladri di denaro e beni pubblici: «Perché la finanza non va a vedere con quali redditi vivono e come sono costruiti i patrimoni personali di tutti quei politici e amministratori improvvisamente diventati dei cresi?.
«Restituirò quello che ho preso», dice qualcuno di quelli trovati con le mani nel sacco. «Ah sì, restituirai? No, non basta restituire in parte. Intanto deve essere tutto quello che illecitamente hai preso. Poi, siccome rubare in questo Paese è ancora reato (davvero?), dovresti prenderti un bel processo civile e penale per direttissima».
«Poi mi ricandido». «Ah sì? No, intanto vai in galera per il tempo che ti meriti, e poi sarai bandito da ogni pubblico incarico, amministrativo, giuridico o politico fino alla morte, “perinde ac cadaver”, come avrebbero detto i Gesuiti». In qualsiasi Paese civile i ladri di denaro pubblico andrebbero banditi per sempre da ogni attività pubblica.
«Tanto mi ricandida il mio partito. E poi avrò la pensione». «Ah, sì? E io non voterò mai più un partito che ricandida i ladri dimostrati. E la pensione non dovrebbe più essere pagata a chi, rubando, se l’è già anticipata. Lavora anche tu fino a settant’anni come i poveri cristi che hanno trecento euro di pensione al mese».
E dato che la spending review (in inglese è più nobile?) è necessaria, il nostro premier Mario Monti (che vedo benissimo per un secondo mandato) dimostri equità di interventi tagliando davvero i troppi privilegi di parlamentari e affini. Anzi, perché non cominciamo a mandare a casa il 70% dei parlamentari? Meglio pochi e ben scelti. Tanto i più non sono in aula quando c’è da votare qualcosa che non li tocchi nell’interesse personale. Via lo stuolo di portaborse scelti tra parenti, amici e conoscenti.
E la Sanità? Che gli ospedali tornino, con passione, a porre il malato al centro della propria azione, e poi i medici e gli infermieri in prima linea di servizio, invece di essere un’agenzia di collocamento di impiegati e amministratori piazzati dai partiti. Possibile che, zitti zitti, la prima cosa ad essere di fatto tagliata negli ospedali sia l’analgesia durante il parto, oggi offerta solo al 10% delle donne, contro il 100% della Francia? Possibile che adesso al Nord, per avere un taglio cesareo, una donna debba rischiare di morire o di avere un bambino leso, solo perché l’intervento “costa troppo” e bisogna ridurre la media italiana (mentre al Sud continuano ad avere percentuali triple del Nord, con punte del 100% di cesarei nel week-end nelle case di cura convenzionate)?
Davvero, la misura è colma. E basta parlare di etica, parola sublime con cui sono state coperte immondezze morali e comportamentali d’ogni tipo. Parliamo solo di responsabilità personale: e ognuno risponda, in ogni sede necessaria, dei suoi comportamenti, dei suoi redditi, e del mandato fiduciario che ha tradito con arroganza imperdonabile.

Collera Politica Riflessioni di vita

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