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Il segreto dell'attrazione di pelle

13/06/2011

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

“L’essenziale è invisibile agli occhi”, diceva Antoine de Saint Exupéry. Questo è vero anche per l’attrazione fisica, sensuale e sessuale. Quell’attrazione magnetica che fa dire «Ti mangerei di baci», non è solo visiva. Certo, l’immagine che ci colpisce ha una sua potenza, oggi molto più di ieri, per l’iperstimolazione che il canale visivo riceve in mille modi prepotenti, su ogni mezzo di comunicazione. Tuttavia, quello che rende unica ai nostri occhi un’altra persona, che la differenzia in modo esclusivo più di ogni altra, che ci fa innamorare appassionatamente e (a volte) perdutamente, è il suo odore. Già a metri di distanza, mentre per esempio osserviamo gli altri a una festa, e con gli occhi scrutiamo se qualcuno/a ci interessa, se ci attrae più di un altro, ecco che le nostre antenne olfattive sono già allertate alla massima potenza, radar capaci di riconoscere quell’unico che più ci seduce.
Ciascuno di noi ha infatti un’aura di odori, una nuvola invisibile e potentissima di molecole: i feromoni. Sono sostanze prodotte dal corpo, specialmente dalle ghiandole sebacee, dalla pubertà in poi, sotto la spinta degli ormoni sessuali, estrogeni e testosterone. Mediano molte funzioni diverse, essenziali alla sopravvivenza: dalla paura al panico, dall’attaccamento tra mamma e piccolo (l’odore della madre è il primo a essere riconosciuto dal neonato), all’avversione. I feromoni sessuali, in particolare, sono diversissimi tra un individuo e un altro, con l’eccezione dei gemelli identici (“monozigoti”): la loro composizione costituisce una vera e propria carta d’identità olfattiva, unica come lo sono le impronte digitali.
Questa specialissima aura, invisibile e potente, è determinata e codificata dal nostro sistema immunitario: precisamente, dal sistema maggiore di istocompatibilità (Major Histocompatibility Complex, MHC). Tutta questa preparazione esclusiva ha uno scopo prezioso: favorire il riconoscimento di un/una partner olfattivamente attraente. Un’attrazione tanto più forte quanto più i due sistemi immunitari sono diversi. La diversità tra i due MHC predice infatti il massimo successo riproduttivo, cioè la maggiore fertilità con piccoli massimamente vitali, e tende a evitare la procreazione tra individui geneticamente simili. Il che ha peraltro poco a che vedere con la capacità di essere genitori, che richiede tante anche altre caratteristiche: come ben sanno tutti coloro che concepiscono sull’onda di una travolgente attrazione di pelle e di odore, salvo poi lasciarsi per “incompatibilità di carattere”.
Gli studi sui feromoni sono imponenti tra gli animali. Ma anche nella nostra specie i dati sono curiosi: per esempio, annusare l’estratto di ferormoni può far anticipare o ritardare l’ovulazione femminile di circa il 20%; le donne si sentono più calme (!) in presenza di feromoni; tra amiche di collegio, o colleghe di ufficio, il ciclo tende a sincronizzarsi su quello della femmina biologicamente leader. Le donne hanno molto più “naso” degli uomini, ossia hanno una capacità discriminante di odori e profumi che può arrivare a riconoscere essenze a concentrazioni mille volte inferiori a quelle necessarie per essere riconosciute dai maschi: anche per questo sono molto più utilizzate nell’industria dei profumi rispetto agli uomini. Questa capacità discriminante è massima in fase ovulatoria. La ragione di queste differenze è che per la donna riconoscere il partner olfattivamente giusto è più importante che per il maschio, dato che l’investimento della donna sulla maternità e la cura dei piccoli è di fatto molto maggiore rispetto (mediamente) agli uomini. In parallelo i maschi trovano massimamente attraenti l’odore e il gusto delle secrezioni femminili prima e durante l’ovulazione. In altre parole, tutto è biologicamente predisposto per favorire l’attrazione reciproca quando è massima la probabilità di concepimento (che poi sia il caso di farlo, è altra questione). D’altra parte, il fatto che il 6-10 per cento dei bambini non sia figlio del padre anagrafico (cosa dimostrata dall’incompatibilità del gruppo sanguigno, oltre che da più accurate differenze genetiche, appunto del MHC) la dice lunga sulla potenza delle attrazioni olfattive, più o meno galeotte.
La mancanza della componente olfattiva dell’attrazione spiega anche perché la vasta maggioranza (75-80%) degli incontri avvenuti via Internet naufraghi subito o nel giro di poche settimane. Nel corteggiamento virtuale infatti è massima la componente immaginativa, di fantasia e di illusione, ma è zero quella olfattiva, finché non ci si incontri: e il senso di estraneità di pelle può essere fatale.
Del pari interessante, e poco noto, è il fatto che con la menopausa la donna perde non solo il ciclo e la fertilità, ma anche, progressivamente, il profumo di donna. Ed è questa perdita, tra l’altro, a minare l’attrazione fisica nella coppia al giro di boa dei cinquant’anni, a meno che la donna non faccia una terapia ormonale sostitutiva ben personalizzata. Una ragione in più per considerare gli ormoni amici non solo del cervello, dell’osso o del cuore, ma anche del piacere sottile di sentirsi ancora profondamente donna, garbatamente femminile e deliziosamente desiderabile nell’intimità. Provare per credere.

Attaccamento affettivo Attrazione Innamoramento Olfatto / Feromoni / Anosmia Rapporto di coppia Rapporto mamma-bambino Seduzione Sistema immunitario

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