Stefano (Livorno)
- l’Herpes simplex di tipo 1, chiamato anche “labialis”, perché tende a colpire le labbra e la bocca: è il virus che ha sua sorella;
- l’Herpes simplex di tipo 2, o “genitalis”, è il tipo di cui parlavo nel video pubblicato sul sito della mia Fondazione: si trasmette con i rapporti sessuali non protetti;
- il virus della varicella-zoster, responsabile del dolorosissimo disturbo che ebbe la sua mamma;
- il virus di Epstein-Barr, agente della mononucleosi infettiva;
- il Citomegalovirus, che può dare seri problemi se contratto in gravidanza;
- l’Herpes tipo 6, che causa la “sesta malattia”, un’infezione che colpisce i bambini tra i 6 mesi ed i due anni di età.
Tutti questi ceppi sono “a DNA”: il loro codice genetico è cioè basato sull’acido desossiribonucleico, proprio come quello umano. Questa caratteristica consente al virus di insediarsi stabilmente all’interno delle nostre cellule: per la maggior parte del tempo resta silente, senza dar segno di sé, ma quando le nostre difese immunitarie si indeboliscono, per esempio a causa di un prolungato stress fisico o psichico, il virus torna “alla carica” originando una recidiva. Altri fattori che possono riattivarlo sono la febbre, le mestruazioni, o anche una prolungata esposizione ai raggi del sole.
Come si contrae l'Herpes genitalis?
Che cosa fa il virus una volta entrato nell'organismo?
Una volta arrivato alla cute, l’Herpes genitalis risale dunque i nervi sensitivi periferici e va a localizzarsi nei gangli spinali sacrali. Da lì, quando si riattiva, migra per “via retrograda” verso la cute del piano pelvico, dando luogo a grappoli di vescicole piene di siero, urenti e molto dolorose.
Nella donna, le vescicole possono colpire le grandi e le piccole labbra, il clitoride, l’area perianale, ma anche l’uretra, la vagina e il collo dell’utero. A questa sintomatologia si possono associare minzione dolorosa (disuria), perdite vaginali, dispareunia, e un più o meno marcato ingrossamento dei linfonodi inguinali. Nell’uomo, il virus può interessare il glande e/o il prepuzio, lo scroto, l’uretra, nonché la cute pubica e perianale.
Contemporaneamente, a seconda della gravità dell’infezione e del livello delle difese immunitarie, il virus può dare anche sintomi sistemici, come febbre, cefalea, malessere generalizzato e dolori muscolari.
Come si comporta invece l'Herpes labialis?
E l'Herpes zoster?
La patogenesi del disturbo è sempre la stessa: il virus della varicella rimane latente nei gangli delle radici dorsali dei nervi spinali e, in caso di debolezza sistemica o immunodepressione, può riattivarsi e diffondersi lungo i nervi verso la cute. La complicanza più frequente, soprattutto nelle persone anziane, è la nevralgia post-erpetica: in questi casi, anche dopo la guarigione, possono permanere problemi di sensibilità, prurito, intorpidimento e dolore.
Come si curano l'Herpes labialis e l'Herpes genitalis?
1) ridurre l’intensità dei sintomi nelle infezioni primarie e ricorrenti;
2) cicatrizzare le infezioni croniche nei soggetti con deficit immunitari gravi;
3) ridurre la frequenza delle recidive, quando usati in via profilattica.
I farmaci attualmente più efficaci sono:
- acyclovir (200 mg per bocca, 5 volte al dì; oppure 400 mg per bocca ogni 8 ore);
- valacyclovir (500 mg per bocca, ogni 12 ore, per un periodo di 5-10 giorni);
- famciclovir (da 250 o 500 mg, 2-3 volte al giorno, per sette giorni).
Se non ci sono controindicazioni, e sempre d’intesa con il medico curante, è opportuno ricorrere al farmaco non appena si avvertano i primi sintomi: questa prassi può stroncare la recidiva sul nascere, o limitarne i danni.
A parte i farmaci, c'è qualche accorgimento che può essere utile seguire?
- non grattare le vescicole;
- non baciare nessuno, fino a quando l’eruzione (“esantema”)non sia completamente scomparse;
- evitare gli alimenti bollenti o gelidi, perché possono ulteriormente irritare l’area infetta;
- non usare il rossetto e il burro di cacao, perché le sostanze di cui sono composti sono un terreno di coltura molto “gradito” dal virus.
E a livello di prevenzione?
Per quanto riguarda invece l’infezione primaria – e qui mi riferisco ovviamente all’Herpes genitalis – l’unica forma di prevenzione davvero sicura, come per ogni altra malattia a trasmissione sessuale, è l’uso costante del profilattico, fin dall’inizio del rapporto, in ogni tipo di rapporto. Su questo non ci devono essere eccezioni: troppo spesso, soprattutto quando si è giovani, si crede che l’amore e la passione proteggano dalle malattie come una specie di talismano. Nulla di più sbagliato: le infezioni possono colpire anche al primo rapporto della vita, o nell’unico rapporto con una persona infetta. L’uso responsabile del profilattico è dunque un segno concreto di cura e di rispetto per se stessi e la persona amata, e come tale deve diventare un “habitus” mentale e pratico a cui non derogare mai.
Link correlati:Malattie sessualmente trasmesse - Quinta parte - L'Herpes virus: un nemico insidioso