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Giovani e lavoro: sfonda solo chi non si arrende

21/09/2015

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

«Lavoro e indipendenza economica per le ragazze d’oggi? Non direi proprio visto il periodo. Penso a mia figlia di 23 anni che quando va bene ha un lavoro precario e quando va male è disoccupata!». Questo mi scrive su Facebook una mamma. E un’altra mi ha detto: «Fa presto a parlare lei, con il successo che ha!».
Certo, il periodo è difficile. Lavoro e indipendenza economica non sono garantiti. Tuttavia, oggi, il 46,6 per cento delle donne italiane tra i 15 e i 64 anni (dati ISTAT) ha un lavoro extradomestico retribuito. Questo è un passo enorme rispetto alla dipendenza assoluta del passato, dal padre prima e dal marito poi. Quanto alla disoccupazione e sotto-occupazione dei giovani, non è solo un problema d’oggi. Io stessa l’ho vissuto per anni. Posso quindi parlarne con cognizione di causa e di fatica. E di certe ferite ho ancora le cicatrici. Dopo la laurea con lode in Medicina, ho fatto 7 anni di Scuola di Specializzazione non pagati, diversamente da oggi: 4 anni in Ginecologia e poi 3 anni in Oncologia, entrambi con lode. Ho fatto la volontaria (leggi gratis) per anni all’Università, come tanti altri Colleghi, vivendo di guardie notturne (oltre al lavoro volontario di giorno) o altri lavori. Ma ho continuato a studiare, a impegnarmi moltissimo.
Sacrifici, rabbia, umiliazioni: il punto è non arrendersi alla stanchezza, alla tristezza, alla frustrazione, al senso di ingiustizia e di impotenza. Continuare a credere nei propri sogni, a perseguire il progetto di sé, a impegnarsi: questo è il motore di tutto. Alla fine la competenza vince.
Quanto alla disoccupazione dei giovani d’oggi, quanti colloqui di lavoro si fanno per trovare un/a giovane che abbia un metodo di lavoro? Che sappia scrivere in italiano corretto? Per non parlare dell’inglese o di un’altra lingua. In Italia (dati OCSE) abbiamo due milioni di giovani NEET (Not engaged in Education, Employment or Training) ossia che non studiano, non lavorano e non sono in formazione: come pensano di trovare un’occupazione soddisfacente? Molti giovani che invece studiano determinatissimi, vanno all’estero e s’impegnano, ce la fanno. A sua figlia consiglio di continuare a studiare, a impegnarsi, a crescere nella competenze reali.
Costa fatica? Sì, tanta, ma per realizzarsi non ci sono strade diverse dall’impegno personale, in primis. Chiedete a Federica Pellegrini quante ore di allenamento fa al giorno, fin da quando era piccola. Chiedetelo a Eleonora Abbagnato, étoile all’Opéra di Parigi. Chiedete quanto ha studiato e si è impegnata Samantha Cristoforetti, ingegnere, aviatrice militare, astronauta e prima donna italiana negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea. E’ la donna e astronauta europea che nel 2015 ha trascorso più tempo nello spazio in un singolo volo (200 giorni). Oltre a due lauree brillanti, parla 5 (!) lingue. Leggetevi i loro curriculum: fatica, impegno e lavoro titanici, guidati da una passione fortissima che tutto motiva e sostiene.
Ai giovani disoccupati consiglio di fare esperienze all’estero e intanto imparare bene una lingua forte dal punto di vista professionale, anche accettando di fare la commessa o il barista in Australia o in Cina. Tutto serve a crescere. Cosa possono fare per i figli, oggi, una mamma e un papà? Incoraggiarli a studiare bene, impegnandosi fin da piccoli, durante tutto il percorso scolastico: perché si raccoglie quel che si semina. Dialogare con loro, aiutandoli a capire “che cosa vuoi fare da grande”, a riconoscere e perseguire un’idea chiara di sé. Incoraggiarli a fare sport fin da piccoli, per acquisire ritmo, metodo, regole e disciplina. Stimolarli a far parte di un gruppo (musicale, sportivo, di scout o altro) per allenarsi al confronto, alla condivisione, ad accettare che un altro può essere più capace, cercando di emularlo, sviluppando altri talenti. Stimolarli a fare lavoretti durante l’estate: per affinare intelligenza emotiva, occhio per il lavoro, sensibilità, senso del tempo, invece di ciondolare inerti.
Certo, ci vogliono pazienza, coraggio, costanza e determinazione. Senza alibi. Perché la competenza vince. E la soddisfazione di “essersi fatti da soli” è profonda e luminosa. Lo auguro di cuore a tutti i giovani che oggi si impegnano per trovare un lavoro di soddisfazione e la propria felice dimensione nella vita.

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