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Giovani donne italiane: lo spreco di opportunità

Giovani donne italiane: lo spreco di opportunità
20/05/2024

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

Noi donne, nate nel mondo occidentale ad alto reddito, viviamo nella parte libera del mondo, nell’epoca per noi storicamente più favorevole. Cresciamo in un mondo molto più libero rispetto ai Paesi a basso reddito o con culture che tengono la donna in una posizione di dipendenza e di limitazioni, se non di franca chiusura. Possiamo studiare in scuole pubbliche, fino all’Università. Possiamo coltivare i nostri talenti e scegliere un percorso di vita che ci esprima al meglio. Possiamo coltivare lo sport o la musica, e farne una passione. Possiamo lavorare ed essere indipendenti. Possiamo scegliere se, quando e con chi diventare madri. Possiamo, con qualche difficoltà e notevole energia, realizzare un progetto di famiglia, se desiderato, e al contempo esprimerci in un lavoro di soddisfazione.
In una parte del mondo e in un tempo in cui la possibilità di essere economicamente autonome, colte e indipendenti sono massime per la maggior parte delle donne, dispiace vedere un numero crescente di giovani donne che pensa che il senso della vita sia ottenere tanti like su selfie più o meno intimi. Convinte che il miglior progetto sia diventare influencer, coltivando una visibilità senza competenza. Impegnate fin da giovanissime a modificare il proprio corpo per esasperarne i segnali sessuali, con una stereotipia di comportamenti desolante: labbra gonfie di silicone, sopracciglia già tatuate, mastoplastiche esasperate, glutei pompati in palestra ed esibiti in modo ammiccante e ossessivo.
Dove sono finiti gli entusiasmi per l’opportunità di essere libere, autonome e indipendenti che hanno animato le generazioni dagli anni Settanta in poi? Dov’è finito il gusto di studiare, di imparare, di discutere a livello ardente e insieme molto ben argomentato, del piacere del confronto dialettico su come migliorare il mondo?
Si dirà che lo spreco di talenti e di opportunità riguarda anche i maschi, e che anzi le ragazze sono comunque più studiose. Vero. Tuttavia, da donna che osserva da vicino il mondo femminile, e lo guarda in parallelo in prospettiva storica, sento con maggiore dolore lo spreco femminile di opportunità. Perché noi e le nostre figlie, donne degli anni ardenti, non siamo riuscite a trasmettere alla maggioranza delle giovani donne un’uguale passione per un’autorealizzazione a 360 gradi? Perché non abbiamo continuato a coltivare nelle più giovani il gusto dell’eccellenza nelle sue diverse forme, e non solo esasperatamente e precocemente sessuata?
Forse è passato il messaggio che l’autorealizzazione coltivando talenti diversi richiede impegno, disciplina, costanza, dedizione e sacrifici, termini scomparsi dal lessico giovane contemporaneo, con l’eccezione di alcune sportive, di musiciste di talento e di rare studiose.
Certo, il mondo dei social ha rapidamente cambiato gli scenari esistenziali delle nostre giovani. La sessualizzazione esasperata del mondo della comunicazione è obiettiva e pervadente. La comunicazione in famiglia assomiglia sempre più a quella di una società di servizi di basso profilo, variamente funzionante. L’impoverimento del linguaggio, della scrittura a mano e della lettura hanno privato il cervello dei giovani dell’allenamento essenziale a saper pensare e a saper scegliere. L’overdose di social a scapito della vita reale li ha privati dell’allenamento a saper fare. I programmi scolastici hanno aumentato il peso dei libri che zavorrano gli zaini, e svuotato i cervelli di stimoli essenziali. La scuola è in grave crisi, con costante erosione del livello di conoscenza. Più si restringono gli orizzonti del sapere e del fare, più è facile essere manipolati nelle decisioni in modo subliminale. Il conformismo pilotato in modo sempre più persuasivo dall’intelligenza artificiale sta accelerando una forma insidiosa di nuova schiavitù e nuova dipendenza. Toglie stimoli anche un sistema politico dai comportamenti deprimenti, che si inabissa in una campagna elettorale senza cuore e senza progetti forti, indipendentemente dal colore e dall’appartenenza.
Ottimista cromosomica, continuo a credere nell’importanza vitale di stimolare e trasmettere l’arte di vivere e di fare, di pensare e di scegliere, in tutte le sue declinazioni. Di incoraggiare al gusto di scoprire e di fare ogni giorno qualcosa di nuovo, nella vita reale. Credo all’importanza di tramandare conoscenza e passioni. Credo che ciascuno di noi, se sente di aver realizzato qualcosa di buono nella vita, possa e debba trasmetterlo con entusiasmo, soprattutto se incontra giovani donne che hanno voglia di imparare e di crescere. L’effetto imitativo positivo può coinvolgerne altre. Contro lo spreco di talenti, ognuno di noi faccia la sua parte nello stimolare, nel trasmettere, nell’insegnare, nell’educare, fino a far sbocciare vite di nuovo appassionate e ardenti.

Adolescenti e giovani Autorealizzazione Libertà Riflessioni di vita Scuola e università Social media

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