EN

Basta lamentarsi: è più entusiasmante agire!

05/06/2017

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano

Il pendolo delle lamentale continue, del disfattismo nichilista, di un populismo denigratorio che non regge poi la prova delle responsabilità istituzionali, propositive e organizzative, sta giungendo a fine corsa? Magari! Per accelerare il cambio di visione, di direzione e di ritmo, per tornare a costruire, invece che a distruggere, a valorizzare chi merita, invece di denigrare a priori, bisogna impegnarsi a cambiare, ciascuno partendo da sé e dal proprio ambito di azione. Se siamo parte di questo corpo vivo, che è la società civile, dobbiamo riprendere ciascuno un ruolo attivo.
Ogni cellula più sana fa un corpo più sano e felice. Più energie individuali ben dirette fanno la massa critica che cambia le cose. Per farlo bisogna ripartire da se stessi: mens sana in corpore sano. Assumersi la responsabilità della propria salute fisica e mentale, in ogni stagione della vita, crea una società più sana e più felice. Se siamo capaci e motivati nell’assumerci questa responsabilità, abbiamo il metodo giusto per declinare lo stesso impegno, e prenderci le specifiche soddisfazioni, in tutti gli altri ambiti della vita.
Vogliamo gentilezza e civiltà? Mettiamole in ogni nostro gesto. Vogliamo città più pulite? Abbiamone cura. Siamo stufi di sentire notizie negative? Parliamo delle persone interessanti e competenti che incontriamo. Giusto per fare alcuni esempi recenti: a Trieste, al recente 66° congresso degli Urologi del Nord Italia, mi ha entusiasmata vedere come il Direttore del Dipartimento di Urologia, professor Carlo Trombetta, abbia un reparto che funziona in modo egregio per livello di assistenza clinica, ricerca scientifica e didattica. E se quasi il 18 per cento degli operati viene da fuori regione ci sarà il suo bel motivo! Ancor più mi ha commossa sentire e vedere la passione dei suoi specializzandi, visibilmente felici di avere un Maestro così. Certo, lavorano tantissimo, come tutti i medici e gli infermieri del reparto (che bello sentire quell’entusiasmo!), ma lui è il primo a dare l’esempio. E i giovani allievi lo seguono con energia, perché passione, competenza e generosità didattica sono la miglior maieutica per ogni giovane talento. «Questa è la mia vita», mi ha detto il professor Trombetta, con un sorriso dove c’erano la fatica di decenni di lavoro duro, l’energia e la soddisfazione di oggi, l’intuizione del futuro luminoso dei suoi allievi, domani. Come cambierebbe l’Italia, e come si rientusiasmerebbero i nostri bambini e i nostri ragazzi, se molti più maestri e professori si impegnassero così. Fino a sentire che l’insegnamento è vita. E’ la vita per ogni adulto che abbia la fortuna di far crescere un bambino, in famiglia, a scuola, nello sport, nella musica, nella società civile!
A Napoli, la guida che mi ha accompagnata in città riusciva a far parlare le pietre. Quell’uomo colto, riservato, innamorato della sua città, ha saputo trasmettermi il senso profondo della bellezza stratificata in questa città caotica, oltraggiata dall’incuria. Farmi intuire una visione simbolica e metaforica della vita, che si radica nell’antica Grecia, negli antichi miti pagani, e si fonde in modo misterioso e inquieto con il cattolicesimo scolpito in chiese dove l’occhio esperto rende vivo, appassionante e sorprendente ogni dettaglio. Assolutamente imperdibile oggi il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN). Le opere sono state raccolte fin dal 1734 da re Carlo III di Borbone, che arricchì la già magnifica collezione, ereditata dalla madre Elisabetta Farnese, con i reperti dei primi scavi da lui fatti realizzare nelle città vesuviane sepolte dall’eruzione del 79 d.C. Scavi iniziati a Ercolano nel 1738 e nel 1748 a Pompei, e continuati dal figlio Ferdinando IV. Ma è di nuovo un uomo motivato, colto e con un alto senso del suo ruolo e della sua responsabilità, il dottor Paolo Giulierini, archeologo toscano, ad aver rilanciato il MANN in soli due anni: «Il Museo non è solo il luogo dell’identità, della conservazione, della ricerca. Il Museo è soprattutto il luogo delle possibilità: una straordinaria occasione per gli uomini di oggi di contemplare le vette e condannare le miserie del passato, per cercare di essere cittadini migliori nella contemporaneità». Sua l’idea di valorizzare i tesori archeologici stipati nei sotterranei del Museo facendoli viaggiare con mostre itineranti all’estero. Suo l’impegno a (ri)appassionare all’arte antica i giovani con iniziative piene di energia. Non perdetevi la nuova mostra “Amori divini”, dal 7 giugno 2017.
Sono gli uomini e le donne di valore, e di cuore, che cambiano le cose. L’Italia ne ha molti. Ho la bellissima sensazione che ci sia in giro un entusiasmo nuovo, che preme per dar di nuovo le ali al nostro magnifico Paese. Ci mettiamo in marcia anche noi?

Carisma e potere Coraggio di agire Culture e società Educazione Istruzione, arte e cultura Politica Riflessioni di vita Scuola e università

Iscriviti alla newsletter

Rimani aggiornato su questo e altri temi di salute e benessere con la nostra newsletter quindicinale

Iscriviti alla newsletter