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Aborto volontario: perché viene ripetuto e come prevenirlo

04/06/2008

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

Un aborto. E poi un altro. Quando l'idea di un figlio fa paura, bisogna che la coppia si guardi allo specchio.
“Ho scoperto per caso dal cartellino di dimissioni che la mia ragazza ha fatto una interruzione di gravidanza senza dirmi niente. Stiamo insieme da tre anni. Purtroppo ne aveva già fatta un’altra l’anno scorso. Quando le ho chiesto spiegazioni, mi ha detto che litighiamo troppo, che non è sicura del futuro con me e non se l’è sentita. A me sembra comunque una cosa gravissima e mi sono molto infuriato. Litigare è una buona ragione per riabortire, secondo lei? Ma perché l’ha rifatto?”.
Massimo R. (Bologna)
No, non è in sé una buona ragione, anche se è l’aspetto più evidente di una relazione in cui il dialogo vero manca ed è mancato. Quale dialogo? Quello costruttivo, progettuale, che dovrebbe portare la coppia a condividere le decisioni importanti, inclusa, caro Massimo, la scelta contraccettiva. Mi sembra infatti che lei si infuri per le conseguenze, senz’altro gravi, ma non si sia assunto prima la sua parte di responsabilità nel prevenire seriamente un secondo aborto.

Perché una donna ripete un aborto volontario?

La vera domanda è un’altra. Perché una donna e un uomo, che stanno insieme da ben tre anni, in una coppia stabile, ancorché molto litigiosa, e che hanno già avuto un concepimento accidentale e un aborto, non scelgono poi insieme una contraccezione davvero sicura? Perché ciascuno non si assume il proprio 50% di responsabilità, lui con un uso costante del profilattico, in ogni rapporto, e lei con una contraccezione ormonale (pillola, oppure cerotto contraccettivo, oppure anello contraccettivo)? Questo è l’unico modo serio per far l’amore serenamente e senza rischi. E allora, perché no?

Ma quando l'incidente si è riverificato, perché riabortire?

Le motivazioni, consce e inconsce, per cui si ripete un aborto volontario possono essere diverse, da donna a donna e da coppia a coppia. Ci sono tuttavia alcuni denominatori comuni, che descrivo, perché spero possano essere utili anche ad altre giovani coppie, oltre a voi, per evitare di ritrovarvi in questa amara situazione. Dividerei queste cause in consce, spesso legate a fatti obiettivi, e inconsce. Ma attenzione: spiegare non significa giustificare.

Quali sono le ragioni pratiche di una fuga in extremis dalla maternità?

La prima causa, che vediamo molto tra i giovani è inerente a difficoltà obiettive, di tipo economico, per esempio quando non si ha un lavoro stabile o comunque un reddito sufficiente ad affrontare i molti costi in più che un piccolo comporta. Ma in tal caso torniamo all’importanza di pensarci prima, con una contraccezione, anche da parte dell’uomo, sicura! E nel caso il concepimento si sia (ri) verificato, chiedendo aiuto alle famiglie di origine, che spesso sono molto disponibili ad aiutare la nascita di un nipotino, e/o alle istituzioni di aiuto alla vita che promettono di essere presenti.
La seconda causa obiettiva riguarda l’instabilità della coppia, la conflittualità, la mancanza di un progetto di famiglia vero per il futuro. Ma anche questo richiede dialogo sincero, disponibilità reciproca, capacità di ascolto e di aiuto. Quando la donna prende da sola una decisione così grave, dichiara di fatto che nella coppia esiste una frattura comunicativa pesantissima.

E quali sono le cause emotive più profonde, inconsce?

La prima causa di ripetizione è l’ambivalenza verso il concepimento. Da un lato la donna può sentire un forte desiderio di maternità, dall’altro poi, quando si trova di fronte al test di gravidanza positivo, può trovarsi in preda ad una paura del futuro che non riesce ad affrontare e che la porta a scegliere la via di fuga che le sembra più semplice.
La seconda causa, che vediamo purtroppo sempre più spesso anche nell’uso ripetuto della contraccezione di emergenza (“pillola del giorno dopo”), è la banalizzazione del concepimento, soprattutto nelle giovani e nelle giovanissime. E, a volte, anche dell’aborto volontario, come se fosse un gesto irrilevante, sia dal punto di vista fisico (e non lo è), sia dal punto di vista etico (e non lo è).
La terza causa è l’irresponsabilità, quando l’embrione è percepito come una cosa, un oggetto senza valore.
Infine, nel dialogo con la donna che ripete l’aborto, può emergere anche un’aggressività importante verso il figlio stesso, verso il partner e/o verso se stessa, e/o un rifiuto del partner, che si esprime poi nell’atto dell’aborto.
Credo dobbiate analizzare seriamente innanzitutto le ragioni della vostra profonda conflittualità, eventualmente anche con un aiuto psicologico. Capire se questo gesto sia una dichiarazione di rottura senza sbocchi. Oppure se tra voi ci sia ancora un sentimento d’amore, per costruire il futuro insieme, ma con responsabilità, disponibilità reciproca e serenità.

Prevenire e curare – Prevenire l'aborto

- Prima di iniziare la vita sessuale, informarsi bene sui metodi contraccettivi. Parlarne con le amiche o gli amici non basta. Meglio cercare informazioni sicure consigliandosi con uno dei due genitori, se in famiglia c’è confidenza, o un adulto di cui ci si fidi (una zia, uno zio, o un’insegnante), oppure un sito internet pensato per i giovani, come "Scegli tu" della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO);
- parlare con un ginecologo o una ginecologa prima del primo rapporto, oppure con il medico di famiglia, così da scegliere il metodo migliore (al consultorio familiare la consulenza è praticamente gratuita, a parte un minimo ticket);
- anche se la donna usa un contraccettivo ormonale sicuro (pillola, cerotto contraccettivo o anello vaginale) è indispensabile che lui usi sempre il profilattico fin dall’inizio del rapporto. Questo è l’unico modo per proteggersi dall’epidemia di malattie sessualmente trasmesse che stiamo vedendo soprattutto tra i giovani;
- il messaggio è uno solo: proteggetevi, sempre! Non lasciate la vostra vita in mano agli altri, solo per l’emozione di una sera.

Interruzione volontaria di gravidanza (IVG)

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