EN

Il ph vaginale: ruolo, alterazioni, strategie di cura

Il ph vaginale: ruolo, alterazioni, strategie di cura

03/06/2007

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica H. San Raffaele Resnati, Milano

A cura di: Angela Pederiva

Sintesi dell'intervista e punti chiave

Si chiama pH, ed è spesso citato dai medici per motivare una grande varietà di disturbi. La vaginosi batterica, per esempio, è determinata da un’alterazione del pH che, a sua volta, comporta uno squilibrio dell’ecosistema vaginale: questo provoca una fermentazione delle sostanze vaginali, causando uno sgradevole odore di “pesce avariato”. Che cos’è esattamente il pH? E cos’è un ecosistema? Perché sono così importanti per la nostra salute? Quali terapie si possono adottare quando c’è un problema?
In questa intervista spieghiamo:
- il significato del pH: è una misura che indica il grado di acidità (pH da 0 a 7) o di basicità (pH da 7 a 14) dei liquidi biologici e dei tessuti. Può essere misurato con uno stick che cambia colore a seconda del valore;
- che cos’è un ecosistema: è l’insieme dei microrganismi che popolano le parti del corpo a contatto con l’esterno (pelle e mucose);
- da quali microrganismi è composto l’ecosistema vaginale: i più importanti sono i bacilli di Doderlein (più di 40 ceppi diversi), che producono acido lattico e perossido di idrogeno, che contribuiscono a mantenere basso (intorno a 4) il pH vaginale. Fabbricano inoltre le batteriocine e le lactocine, vere e proprie “munizioni” biologiche che difendono la vagina da germi invasori, specie di provenienza intestinale, quali l’Escherichia coli o l’Enterococcus faecalis;
- che cosa succede se il pH vaginale si modifica: i bacilli di Doderlein si riducono, a vantaggio di germi minoritari come la Gardnerella, responsabile della vaginosi; inoltre le loro “munizioni” diventano meno efficienti e aprono la strada ai microrganismi intestinali che, colpendo la vagina e la vescica, possono causare vaginiti e cistiti recidivanti;
- la differenza fra vaginosi e vaginite;
- l’importanza di un pH normale in gravidanza: se supera il valore di 4.5, cresce il rischio di aborto, ridotto accrescimento intrauterino e parto prematuro;
- perché gli antibiotici non servono per combattere la vaginosi da Gardnerella e le vaginiti da germi intestinali;
- come si normalizza il pH: se lo squilibrio dipende a una carenza estrogenica (collegata per esempio a un blocco delle mestruazioni, al puerperio o alla menopausa), la cura consiste nel normalizzare il tasso di estrogeni con applicazioni locali di estradiolo. Altrimenti, sempre su prescrizione medica, si ricorre a sostanze non ormonali che tendono ad abbassare il pH: acido borico, gel vaginali, tavolette di vitamina C (perfette in gravidanza), irrigazioni di acqua borica al 3%.

Parole chiave:
Ecosistema vaginale / Microbiota vaginale

Iscriviti alla newsletter

Rimani aggiornato su questo e altri temi di salute e benessere con la nostra newsletter quindicinale

Iscriviti alla newsletter