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Atrofia vulvo-vaginale in menopausa: fisiopatologia, sintomi e terapia – Parte 1

Atrofia vulvo-vaginale in menopausa: fisiopatologia, sintomi e terapia – Parte 1

21/01/2016

Direttore del Centro di Ginecologia e Sessuologia Medica
H. San Raffaele Resnati, Milano
Intervista rilasciata in occasione della conferenza stampa su "Atrofia vulvovaginale e sindrome genito-urinaria della menopausa: la parola ai tessuti", Milano, 2 dicembre 2015

Sintesi dell'intervista e punti chiave

La menopausa, pur essendo un evento fisiologico, può comportare numerosi disturbi, alcuni dei quali molto noti, come le vampate, altri meno conosciuti e curati, come l’atrofia vulvo-vaginale: eppure si tratta di un problema molto diffuso, che colpisce in Italia una donna su due dopo la menopausa.
Che cos’è l’atrofia vulvo-vaginale? Qual è il sintomo principale che la contraddistingue?
Nella prima parte di questa intervista, la professoressa Graziottin illustra:
- il ruolo trofico, ossia nutritivo, degli estrogeni per tutti i tessuti dell’organismo;
- come l’atrofia vulvovaginale sia determinata da una sofferenza tissutale determinata dal crollo dei livelli estrogenici che si verifica in menopausa, e che comporta una crescente secchezza vaginale;
- le strutture vaginali interessate dall’invecchiamento accelerato dei tessuti: mucosa, fibroblasti, vasi sanguigni, terminazioni nervose, muscoli;
- come i fibroblasti, in particolare, producano il collagene, l’elastina e i mucopolisaccaridi che sono responsabili, in condizioni normali, dell’elasticità vaginale;
- che cosa comporta per la capacità di lubrificazione la compromissione dei vasi sanguigni e delle terminazioni nervose;
- come l’indebolimento muscolare determini una generale perdita di tono e di elasticità, con accorciamento e restringimento del canale vaginale;
- perché è importante curarsi tempestivamente e con le giuste terapie.

Per gentile concessione di Pharmastar TV

Parole chiave:
Atrofia vulvovaginale Menopausa e premenopausa Secchezza vaginale

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